Tenente Sergjiey Sbarzoff

Tenente Sergjiey Sbarzoff 

- Scheda personale  
- Informazioni classificate come semi riservate
- concessione dati n°223245J32 ad organo:NATO - Programma Difesa della Terra.
Natali - Groznyj, 23 maggio, 1967
Parenti 
- Nicolay Tenente colonnello Sbarzoff, di stanza a Berlino dal 20 aprile 1945 sino al 28 novembre 1959, Groznyj dal 29 novembre 1959 sino al 31 dicembre 1978, Berlino dal 1 gennaio 1979 al 27 dicembre 1991, suicida in tale giorno.
- Yulia Covenecy, nemica del popolo, accusata e deportata nel 1982 morta nel 1983 presso il Goulag Gumz di Butugycheg

Infanzia
- Cresciuto presso Groznyj non si presentano fatti rilevanti
Arruolamento
- Si arruola come Caporale partecipando ai programmi di allenamento nei programmi dell'"Orgoglio del popolo" nella disciplina del puglilato conseguendo a 20 e 22 anni vittorie a livello nazionale e vincendo la medaglia d'oro alle olimpiadi di Seoul del 1988  nella disciplina supermassimi sostituendo il Compagno Aleksandr Mirošničenko infortunato.
Dopo la cadura dell'Urss se ne perdono le tracce, fonti KGB  lo indicano prima in USA per un breve periodo e poi di nuovo a Mosca con relazioni con la malavita organizzata, si sospetta il coinvolgimento con due casi di aggressione ed omicidio accaduti in quel periodo, non è mai stato accertato il coinvolgimento.
Rientro in servizio nel 1994 stanziato presso il 134° meccanizzato a Grozny durante la prima guerra cecena.
Assassinio nel 1997 da mandanti ignoti della moglie Eirina Muller e dei figli di 6 ed 12 anni, Igor e Nicolay.
Assegnazione nel 2000 presso la divisione preparazione atletica dell'esercito:pugilato
Dopo l'attacco spaziale, richiamato dalla Nato, sotto permesso firmato dal Presidente Putin in data 2° febbraio 2013, al Programma di Difesa della Terra.


"...qualcosa stava accadendo, e di grosso, gli altri erano già fuori ed un enorme buco nel tetto dell' hangar sotterraneo lasciava intuire che qualcosa era uscito...qualcosa di enorme.
In quell'istante, udì gracchianti dal canale dedicato, le voci dei compagni che in inglese stavano chiedendosi come affrontare la situazione. Lo scossone ormai familiare della gabbia che lo catapultava all'esterno pronto per la battaglia stava facendo tramare la robusta struttura del Red Taija, il potente robot da guerra che ormai pilotava da alcuni mesi.
La sensazione della battaglia, la disgustosa ed inebriante sensazione di adrenalina e morte che gli contorceva le viscere non era assolutamente nuova per lui, mille volte aveva sfidato il proprio destino dentro ad un veicolo corazzato convenzionale o dentro il suo RG005.
Quella creatura fatta di acciaio e cavi forse era veramente qualcosa di più come sostenevano i suoi compagni, ne aveva avuto un'assaggio giorni addietro.
Voci concitate lo riportarono alla realtà, scosse la testa e si concentrò sul da farsi.
Osservò i possenti giganti che si stagliavano di fronte alla base Bardos pilotati dai membri della squadra e il suo stomaco si strinse in un nodo ancora più grande.
La battaglia non sarebbe stata contro uno spaziale.

Cinque RG intorno all'Imperatore Celeste stavano cercando di tenerlo mentre, con possenti colpi quest'ultimo tentava di liberarsi dalla stretta di  uno o dell'altro mecha.
I gigante vermiglio del piccolo Taiji sembrava fuori controllo, forte e rapido stava combattendo contro gli altri con una furia che non era propria del giovane pilota cinese. Aveva già visto quella scena altre volte, ma c'era qualcosa di diverso, di più profondo di selvaggio.
La situazione sembrava già critica, il Tenente russo decise che non c'era più tempo da perdere. Il protocollo per un RG impazzito era la disabilitazione forzata, a qualunque costo.
Impostò il generatore interno fino a portarlo al sovraccarico, convogliò l'energia in eccesso agli attivatori brachiali e serrò le corazzature: "Configurazione Stalingrad!!!" Ringhiò con il suo marcato accento russo e portò l'RG005 verso la furibonda mischia lanciandolo in una corsa facendo tremare l'intera base .
Sapeva che era una lotta contro il tempo, se non avessero fermato Taiji ed il suo RG sarebbero intervenuti quelli della base con metodi non convenzionali, e sarebbe stato un problema per tutti loro.
In quel momento la base gli avverte che i bombardieri sono già in volo.
Sergjiey in mezzo alla mischia cercando di bloccare l'agile RG cinese che con abili e forti mosse riusciva facilmente a divincolarsi. La superficie del corpo del mecha cinese si stava surriscaldando a vista d'occhiera già talmente caldo da fondere l'asfalto a terra e non sarebbe mancato molto al danneggiamento delle paratie corazzate degli altri RG che cercavano di fermarlo sino ad una spaventose esplosione.
Le voci degli altri politi non facevano che sovrapporsi in una cacofonia di disperazione che stava facendo spazientire il vecchio soldato che sperava solo di sentire la voce del bambino gridare che era tutto finito come era accaduto con la bella Saryu.
La mahatma cercava disperatamente di attirare l'attenzione del pilota dentro il robot con appelli alla calma ed alla meditazione, continuavano a chiamarlo tutti, mentre dalla base continuavano a scandire il conto alla rovescia per l'attacco ed i sensori rilevavano preoccupanti aumenti di temperatura.

Fu investito da un pensiero che si concretizzò all'ascolto della dichiarazione di Alan Turner e che ruppe il fragore della battaglia:...czzz I MIEI SENSORI NON RILEVANO FORME DI VITA ALL'INTENRO DELL'ENTRY PLUG! TAIJI è SCOMPARSO! RIPETO TAI....-"no! non può essere vero!" le parole dentro la sua mente gridavano più del metallo che strideva , più della battaglia stessa.
 "Non può essere morto! Lurido mostro lui non centrava niente!! é solo un bambino!! avresti dovuto proteggerlo invece lo hai ucciso!!!"
Senza pensarci in uno sfogo di rabbia l'enorme pugno blindato si abbatté sul petto dell'"Imperatore Celeste" che sussultò e così ancora una volta  ed ancora facendolo desistere per un'attimo dalla distruzione scatenata dalla sua furia senza controllo.
In quel momento il sergente venne di nuovo destato da una voce che sopra le altre tuonò: "Tenente, siete l'ultima possibilità!! L'entry Plug! estraetela!!"la voce del Colonnello Panzer pesò come un macigno sul cuore del tenete russo.
Era davvero la soluzione? se lo avesse fatto lo avrebbe salvato o lo avrebbe condannato? L'unica cosa che sapeva è che non avesse fatto nulla sarebbero tutti morti, compreso il piccolo Taiji. La manovra fu sincronica come solo i soldati di una squadra ben affiatata sanno fare.
Gli RG si spostarono all'unisono per afferrare l'imperatore alle braccia ed al petto.

Il metallo delle corazze sfrigolava e colava in grandi pozze di acciaio fuso, i bombardieri erano ben visibili all'orizzonte e stavano calando sui loro bersagli. Gli ingenti danni dei sistemi non gli permettevano manovre accurate ma sarebbe dovuto essere delicato e brutale allo stesso tempo.
Con un unico possente colpo, affondò la mano corazzata all'altezza dell'atlante del Imperatore celeste che disperatamente si contorceva e dimenava in cerca di salvezza serrato com'era nella titanica morsa degli altri colossi meccanici.
Il metallo colava in rivoli mentre la corazzatura della mano stava cedendo.
Incredibilmente la vera mano del tenente stava andando a fuoco ma a lui non importava e concentrando al massimo la trovò!
Percependo il cambiamento di densità dal feed back dei comandi afferrò l'entry plug e tirò a se.
Metallo fuso, fiotti di rosso sangue vaporizzato e pezzi di muscoli ed ossa schizzarono sul grosso RG russo. FU allora che li vide. I bombardieri erano su di loro!
Con la capsula ammaccata ma sostanzialmente intatta si girò di scatto ed istintivamente si lanciò in avanti in posizione fetale proteggendola con il suo corpo.
Nel frattempo i compagni riuscirono a far capire al comando la situazione e l'attacco rientrò immediatamente, quindi, alzando il pesante mecha da guerra lo volse in direzione della base e raggiungendola depositò a terra la capsula.
Facendosi strada fuori dalla propria entry Plug, Sergjiey si fiondò sulla capsula contenente il piccolo pilota. Il cuore in gola non lo faceva ragionare e si aggrappò al sistema di sblocco della paratia esterna ancora incandescente.
Il materiale ignifugo della tuta da combattimento sfrigolò ed il puzzo di plastica inondò ulteriormente l'aria satura di metallo bruciato e sangue ma a lui non importava. Come un mantra  continuava a ripetersi che avrebbe dovuto salvarlo,lo avrebbe dovuto fare "almeno questa volta, almeno lui...Nicolay"
Vispi occhi scuri, pieni di vita anche se provati erano illuminati dalle luci rosse dei life-system support. Avrebbe voluto dimostrare la sua felicità ma non poteva, era un soldato, non sarebbe stato d'esempio quindi trattenendo le lacrime il più possibile  si infilò nella stretta entry plug ed estrasse il ragazzino che lo vide e lo ricambiò con un sorriso. Lo porse su una barella portata dalle squadre mediche sopraggiunte.
A quel punto, un piccola mano afferrò la sua. Taiji sulla barella gli stava stringendo il pollice ustionato sussurrandogli "non mi lasciare" -"No, non lo faro" gli rispose il soldato stringendogli la mano a sua volta.
A quel punto si accorse che il ragazzo gli aveva passato la chiave usb con i dati da lui trafugati direttamente in mano, senza che nessuno se ne accorgesse. Provò un misto di sorpresa ed orgoglio per quello che il bambino soldato era riuscito a fare e si rattristò pensando che Nicolay aveva proprio la sua età..."

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