Timeline "Contact"

Sessione 0 (22 maggio) - Due elicotteri della aviazione americana sorvolano i confini con il Canada, a bordo le forze speciali si preparano all'irruzione all'interno di una abitazione sospetta con la presenza di soggetti potenzialmente pericolosi.
Gli elicotteri si abbassano a qualche chilometro dall'obbiettivo, il Generale Fredman, in alta uniforme, impartisce gli ultimi ordini ai suoi uomini, è fondamentale garantire la sua incolumità.
Le forze militari si fanno strada attraverso la peculiare vegetazione Canadese, percorrendo invisibili la distanza che li divide dall'obbiettivo. Sul sentiero, alcune orme di stivali e di pneumatici testimoniano recenti attività di spostamento, probabilmente su un mezzo a due ruote.
Finalmente l'obbiettivo è in vista, una piccola abitazione di legno nel cuore del bosco, gli uomini si appostano attorno ad essa mentre il Generale Fredman si avvicina all'entrata. Dall'interno nessun movimento se non quello di una piccola figura addormentata nel suo letto.
Fredman bussa una. due, tre volte; e finalmente la porta si apre.

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Sessione 1 - Gli agenti atterrano all’aeroporto dell’Havana: il loro primo obiettivo è raggiungere il Sergente Maggiore Fredman – loro contatto - nel quartiere centrale della città per ricevere tutti i dettagli sulla missione.

Arrivati nel suo appartamento, i nostri ricevono il dossier: foto aeree mostrano degli scavi situati presso la località di Jaguey Grande, vicino alla costa, sorvegliati dall’esercito. L’obiettivo è scoprire che cosa Cuba stia progettando – forse la costruzione di una base missilistica per colpire gli Stati Uniti d’America.
Gli agenti iniziano a organizzarsi: per prima cosa devono recuperare dell’equipaggiamento, e così decidono di contattare il trafficante d’armi Cerrano al porto dell’Havana su consiglio del Sergente Maggiore. Mentre gli altri agenti  si fingono turisti e approfittano dell’occasione per osservare la zona, Ignacio riesce a scovare l’uomo in un bar e a concordare un incontro per la sera stessa.  Gli agenti Scott e Miller si fingono una coppia in viaggio di nozze, ma qualcosa va storto: per evitare di essere scoperti uccidono un taxista dopo essersi avvicinati all’appartamento di Fredman e riescono a dileguarsi.
Nel pomeriggio il gruppo si divide: Ignacio recupera un furgone presso i suoi contatti, mentre gli altri agenti tengono d’occhio i dintorni del palazzo governativo. Riescono a individuare quello che sembra un Generale dell’esercito in possesso di documentazione importante, oltre ad alcuni russi scesi da una macchina nera. Willow ricorda di aver già visto quel veicolo al porto, e così assieme al pilota Dean Blaze decide di seguire gli uomini e di derubarne uno del portafoglio per ottenere informazioni: l’uomo si chiama Yuri Stanislav, ma dai documenti non emerge molto altro.
A sera i nostri si recano all’incontro a bordo del furgone del cubano, ma il piano non va come previsto: quello che doveva essere uno scambio di merce illegale si rivela essere un’imboscata della polizia. Ignacio fredda Cerrano e riesce a recuperare le armi – benché senza proiettili -, e il gruppo riesce a fuggire.

Mentre il furgone avanza a fari spenti, le luci della città sembrano cullare le menti di tutti, avvolgendoli in una sorta di sonno. Un battito di palpebre.  Le pale di un elicottero.
Indossano divise nere senza alcun segno distintivo, mentre sotto i loro piedi si trova il ponte di una portaerei. In lontananza, sulla costa, si estende a perdita d’occhio la giungla.
Un uomo si avvicina e fa il saluto militare “Bene, finalmente siete voi della 731, venite con me, è un casino qui in Vietnam!”


Sessione 2 - I nostri si svegliano all’interno del furgone cubano, mal ridotto e quasi schiantato contro il muro esterno di un edificio. Senza perdere troppo tempo a capire cosa sia successo, raggiungono il più in fretta possibile l’appartamento di Fredman, il quale si mostra sorpreso dell’incidente con la polizia cubana. Il Sergente indica allora un altro contatto: un boss mafioso di origine italiana, un certo Don Giorgio Giovanni, che vive in una villa alla periferia dell’Havana.

Dopo aver dormito qualche ora, il gruppo si mette di nuovo in moto: gli agenti Miller e Scott seguono il Generale cubano individuato il giorno precedente, mentre Willow e Shatler si mettono sulle tracce della coppia di russi. Nel frattempo Ignacio recupera un camion di patate per fingersi un cubano qualunque, mentre Blaze acquista una macchina piuttosto buona da utilizzare per i prossimi spostamenti.
Gli agenti della CIA raggiungono la villa di Don Giorgio e contrattano per acquistare dei proiettili. Durante il soggiorno l’italiano racconta ai due che dei russi, probabilmente agenti comunisti del KGB,  accompagnati da un piccolo uomo asiatico, lo stanno tenendo d’occhio e più volte lo hanno minacciato entrando in casa sua senza troppi complimenti.
Ultimato l’acquisto, le cose vanno come c’era da aspettarsi: una macchina nera con a bordo dei russi  appostata lì vicino inizia a seguire i due agenti. Giunti a una palazzina isolata gli americani decidono di entrare e raggiungere il tetto per guadagnare terreno, ed effettivamente il piano riesce: i russi riescono a raggiungere il tetto del palazzo quando i due agenti hanno già raggiunto la strada passando dalle scale anti-incendio, forato le gomme della macchina russa e recuperato un AK-47 dal bagagliaio di questa. Senza attendere oltre però, uno degli agenti del KGB si getta di sotto dal tetto, schiantandosi sull’asfalto senza subire alcun danno: Marta e Aaron si danno alla fuga, salendo a bordo della macchina di un civile minacciandolo e spingendolo a pestare sull’acceleratore. Sembra tutto inutile poiché l’agente russo riesce a raggiungere – semplicemente correndo – il veicolo: solo un colpo ben mirato di kalashnikov riesce a fermarlo giusto il tempo per dar modo ai due agenti di dileguarsi tra i vicoli dell’Havana e raggiungere l’appartamento di Fredman.
Willow e Shatler, nel frattempo,  tengono d’occhio il palazzo governativo e vedono uscire come il giorno precedente il generale. Seguendolo, giungono a un altro edificio dove, spiando le finestre, notano che egli si trova in una stanza assieme ad un asiatico e alcuni russi e decidono di aspettare in un bar lì vicino. Qui i due sono raggiunti dall’agente del KGB al quale avevano rubato il portafoglio: l’aria si fa rovente e gli americani cercano di fuggire a bordo di un taxi. Il russo è più veloce, estrare un fucile a pompa col quale fredda prima l’autista del taxi – prontamente sostituito da Willow – e, con il secondo colpo, l’agente Shatler.
Vista questa scena e trovandosi impossibilitato a intervenire per non far saltare la copertura Ignacio – il quale li aveva raggiunti poco prima a bordo del camion di patate – si dilegua.

Giunto presso l’appartamento di Fredman, Willow ha giusto il tempo di riprendere fiato e guardare il corpo del compagno morto… La scena è terrificante: Shatler, nudo, con la pelle talmente rovente da aver causato la combustione superficiale del sedile, si trova sotto il corpo del taxista il quale è ora privo delle sue carni. E’ sconvolto, ricoperto di sangue, e soprattutto è vivo.

Sessione 3 - Tutti gli agenti riescono a raggiungere rocambolescamente l'appartamento di Fredman, dove alcuni notano l'uscita di altri agenti americani della cia.
La condizione sconvolgente di Shatler accende gli animi degli agenti, che non riuscendo a spiegarsi l'accaduto accusano il Tenente Maggiore di tenerli all'oscuro di importanti informazioni. Dopo momenti di accesa tensione, i toni si calmano davanti alla prospettiva di dover portare a termine in tempi brevi la missione, specialmente dopo il polverone alzato nell'ultima giornata.
Gli agenti studiano un piano per accedere in fretta agli scavi: hanno le armi ed un mezzo, ma occore equipaggiamento e mezzi di trasporto per giungere alla costa.
Blaze si offre di recuperare un'altra macchina con i soldi rimanenti per la missione, nel frattempo il tenente Fradman contatta le rane per organizzare l'incontro per la consegna delle armi pesanti.
Gli agenti occupano il tempo restante prima dell'incontro con le rane pattugliando la zona in incognito.


Nella notte due voci rimbombano "Voglio anche io le cose che hai fornito ai russi", accento americano, "non si preoccupi signor Presidente, molto presto le fornirò le stesse armi che ho dato ai russi, e le testerete a Cuba", accento asiatico.

Sessione 4 - Verso il tramonto, il gruppo parte dall’Havana per raggiungere il punto d’incontro con le Rane sulla costa giungendo in nottata dopo aver evitato alcuni posti di blocco dell’esercito e della polizia cubani. Durante il viaggio notano una postazione antiaerea e un eliporto di fortuna.

Gli agenti recuperano due borsoni pieni di armi: Thompson, Greasy Gun, Springfield con ottica, granate, pistole. Le cose vanno come sperato, almeno fino a questo punto: delle camionette dell’esercito cubano irrompono nella zona dando vita a una battaglia in cui gli americani hanno la meglio.
Le Rane fanno in fretta a dileguarsi, come anche il gruppo di agenti che decide di allontanarsi dalla zona e raggiungere una facienda in campagna abitata da alcuni alleati cubani di Ignacio. Una volta raggiunta i nostri si accampano nella stalla per riposare.

La mattina il gruppo è svegliato dall’inquietante suono della sirena di un allarme antiaereo.

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