Wake Up




"Come on!
Uggh!"

"Chen! Quante volte ti ho detto di fare attenzione?" 
"Ha ragione signora Cooper, mi scusi".

Che ne sarà di noi?

Il rumore dell'elicottero sovrasta i miei pensieri, guardo i miei compagni e mi rendo conto di non sapere nulla di loro. Sono le 6 e mezza, siamo sorvolando il confine nord degli Stati Uniti, il nostro obbiettivo pare essere in Canada.
Il generale Fredman guarda ognuno di noi, ci scruta per scovare ogni piccolo tentennamento, ma noi non tentenniamo, noi siamo soldati americani scelti. Unità speciale, i migliori sul campo.

Giungiamo nei pressi dell'obbiettivo, l'elicottero si avvicina al suolo, uno ad uno scendiamo affrontando un salto di qualche metro, silenziosi come la notte ci posizioniamo attorno alla baracca, una motocicletta scassata e qualche impronta di pneumatico sono i segni evidenti di una attività recente.

Una sola finestra ha le persiane aperte in questa fredda mattinata di febbraio, Willow comunica via radio la presenza di una persona nel giaciglio, probabilmente un bambino. Non mi chiedo perché stiamo circondando armati una baracca con un bambino all'interno, non mi interessa, l'obbiettivo è tutto quello ciò che mi interessa, quanto è vero che il mio nome è Marta Miller.
Punto il mio M4 verso la porta dove il generale Fredman, in divisa di ordinanza, procede con il piano. Bussa due volte, nessuna risposta.
Bussa ancora, dalla radio la voce di Willow comunica movimenti sospetti nella stanza.
Bussa una terza volta, e finalmente la porta si apre.