E ora a noi due!

Il cuore che batte all'impazzata, ancora una volta nel mezzo della mischia, protetto dal possente petto del colosso vermiglio.
Ma non c'è tempo per le incertezze, in battaglia ogni attimo è prezioso soprattutto in una come questa. Uno dei due Gazura 6 è stato abbattuto e l'altro si è posizionato a difesa del grande disco da invasione. L'enorme astronave da guerra sovrasta la base di Dogo nella sua interezza e minaccia di distruggerla se gli RG del Progetto Pilastri non riusciranno ad abbatterla: il tempo stringe!

Coperto dai compagni che stanno ingaggiando sia il mecha nemico che le difese del disco, Sbarzoff e Turner, in due nell'entry plug di Red Taija, tentano una manovra evasiva per raggiungere la sommità del disco.
"Corazza danneggiata al 30% !" dice veloce l'americano, "carlinga intatta, energia al 90%, configurazione Stalingrad e Campo Elettro Repulsivo ancora attivi! Compensare spinta degli stabilizzatori per cabrata!" grida l'informatico aggrappato dietro alla postazione di pilotaggio, cercando di non venir sbalzato via insieme ai suoi portatili.
"Lo so!" risponde il russo con il suo pesante accento, "tu pensa a mantenere l'assetto, al resto penso io! E ora a noi due!" Afferrando la leva della spinta verticale, il tenente carrista da massima potenza ai due vettori soyuz all'interno delle gambe del robot, che attraversato da spaventosi scossoni comincia ad acquistare velocità. I piloti, schiacciati dall'accelerazione, passano il bordo del disco ed azionati i booster sull'addome e sul petto per il controllo di rotta, con un giro della morte piombano con una violenza devastante sulla carlinga superiore dell'astronave aliena.

"Sbarzoff, l'energia! Lo scudo energetico della nave sta cedendo, i sensori indicano ingenti danni strutturali..." Turner si interrompe per recuperare il portatile che gli è volato in fondo alla cabina, "...se quel coso aveva degli attenuatori ora sono sicuramente disinseriti! E' il momento!"
Il pilota russo non chiede niente di più: diminuendo al minimo la spinta, atterra sulla superficie superiore del disco, piantando bene i piedi di metallo ancora roventi sulla superficie ormai martoriata della corazza dell'ufo. Portando i potenziometri brachiali al massimo alza il possente scudo, ben saldo nell'enorme mano destra, ed accende la turbina.
-"Questo è per Okinawa!" urla il russo, e lo scudo cala con la forza inaudita della turbina a massimo regime, facendo vibrare l'intero ufo. "Questo è per la terra!" un'altro boato assordante risuona come una sorda campana. "E questo..." il braccio si alza, disincagliando lo scudo dalla carlinga divelta e portandosi via vari pezzi di metallo "...è per ME!" inesorabilmente lo scudo impatta contro la corazza martoriata della nave. La turbina spinge selvaggiamente verso il basso scalciando e facendo vibrare il braccio, l'impugnatura dello scudo sussulta e si piega quasi cedendo, per poi aprirsi la strada fin dentro ponti dell'ufo distruggendo e schiacciando qualsiasi cosa.
L'astronave aliena si piega paurosamente su un lato ed emette un lugubre e lungo cigolio di metallo piegato. Solo un bagliore precede la tremenda esplosione che dilania l'intero scafo distruggendolo completamente e scagliando Red Taija ed i suoi piloti verso la costa sottostante.

Spie ed allarmi risvegliano il russo dal torpore dell'esplosione, e insieme alla voce di Turner che grida sballottato da una parte all'altra dell'abitacolo gli ricordano la situazione. Sugli schermi delle telecamere tattiche la costa si avvicina vorticando a rotta di collo, e la sensazione del cuore in gola gli conferma il tutto: stanno precipitando sulla base. Con fatica Sergjiey allunga una mano sulla manetta della propulsione posta sopra la sua testa per dare maggiore spinta possibile al robot. Stancamente i reattori rispondono, ma manca ancora la parte più importante: prendere quota.
Attaccato ai comandi, Sergjiey tira disperatamente a se, tentando di alzare il muso del pesante automa da battaglia. Una mano spunta da dietro il sedile di pilotaggio e afferra anch'essa i comandi: Alan, ripreso faticosamente l'equilibrio, stringe la leva insieme al russo, e tirando insieme come forsennati i due riescono a muovere indietro il dispositivo di comando. I reattori di stabilizzazione ruggiscono vibrando e la cometa rossa corregge infine la sua rotta, in tempo per evitare il disastro sfiorando i tetti della base.

In volo orizzontale e poi puntando di nuovo verso l'alto, i due osservano lo spettacolo della pioggia di fuoco provocata dai detriti della nave che si sbriciolano in atmosfera, ed il ritorno trionfale dei compagni.
Ma l'idillio viene subito interrotto da una voce terrorizzata sul canale dedicato, quella del Generale Powel:
"RIENTRO IMMEDIATO!!! RIENTRO IMMEDIATO!!! CONTATTI MULTIPLI, RIPETO CONTATTI MULTIPLI IN TUTTA L'ATMOSFERA TERRESTRE!!!"
Il silenzio cala all'interno dell'entry plug, rotto solo qualche secondo dopo dal pesante accento russo "E' cominciata l'invasione..."

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