Nel ventre della balena

...Il silenzio piombò velocemente sul ponte di comando tanto velocemente quanto se ne era andato. Il povero disgraziato che un tempo era stato il comandante della Nostronomicon, la potente astronave derivata dal RG006 giaceva immobile con solo le palpebre che continuavano a vibrare, unico suo segno di vita, sempre se di vita si poteva ancora parlare. Decenni prima, il vascello era stato realizzato sfruttando il motore atomico, il cuore di Ares come fonte di alimentazione, il motore vitale del Titano era stato clonato ed impiantato sulla nave ma qualcosa era andato terribilmente storto.
Molto tempo prima la nave, oltre l'orbita di Plutone aveva intercettato qualcosa di incredibile, impensabile, la registrazione audio dell'accaduto era scaturita direttamente da quella che un tempo era la bocca del capitano, fedele e nitida a ciò che anni prima aveva già gridato prima che succedesse l'irreparabile. Loro, avevo avuto il primo contatto dell'era moderna, avevano individuato la flotta spaziale in avvicinamento alla terra ed hanno tentato una fuga che in qualche maniera ha destabilizzato la struttura della nave, portando a questo. Quando sei ore prima i piloti di ritorno dall'Antartide, vittoriosi dopo la battaglia fin ora più importante della guerra videro il bolide sfrecciare sopra le loro teste pensarono ad un'asteroide o una nave aliena danneggiata in rotta di collisione sul polo sud. Ma il mancato impatto e la zona di arrivo li fecero insospettire: come fa un meteorite ad "atterrare" senza cratere sul lago Vostok, il posto più misterioso e controverso del pianeta.
Sbarzoff, Saryu e Taiji in un modo o nell'altro erano rimasti atterriti dalla reazione del comandante sulla poltrona dopo il tentativo del russo di  accedere agli archivi di bordo. Rimasero ad osservare l'uomo, orribilmente inglobato sulla sedia di comando da un informe bozzolo di carne che spiccava tra i cumli di quella che sembrava materia celebrale, spuntata dalle fessure delle paratie divelta all'interno della plancia di comando. L'intera nave era invasa dal corpo di un enorme Titano dalle fattezze probabilmente simili a quelle di Ares che spuntava con gambe e braccia sproporzionate ed anchilosate dalla poppa e dalla chiglia. La creatura si era evidentemente riformata per intero successivamente all'attacco spaziale, forse i sistemi di contenimento avevano fallito o forse quella era la terribile conseguenza  di una fusione tra il pilota ed il suo corrispettivo RG. Saryu con gli occhi sgranati ansimava di fronte allo spettacolo angosciante dell'uomo e del resto dell'equipaggio a cui era toccata una sorte simile. "Dobbiamo liberarli! Non possiamo lasciarli qui in queste condizioni!" "Che vorresti fare?" chiese il tenete russo "Portarli con noi, tagliare la carne che li riveste e salvarli!" rispose la giovane indiana. "Ma sono fusi con la nave!" le fece notare il bambino cinese.
"Ma dobbiamo provarci!" "Non risolveresti nulla, ormai è troppo tardi." rispose lapidario il russo, "Ma così...è orribile, moriranno o peggio..." "Ormai è come se lo fossero, sono tutt'uno con il Titano, e poi come pensi che reagirebbe se tentassimo di separare lui da i suoi piloti, faremmo forse la loro stessa fine...mi dispiace...." "Al posto di quest'uomo avrebbe dovuto esserci il fratello di Alan, ci saremmo comportati allo stesso modo?" " No, gli avrei piazzato una pallottola in mezzo alla fronte, ma non posso riservare questa cortesia anche a loro...." il silenzio cadde di nuovo sulla plancia.

Nessun commento:

Posta un commento